venerdì 23 settembre 2011

Sono partite le trattative per un intervento coordinato di tutte le Banche centrali?

E' terminato il G20 ed è stato emesso un inusuale comunicato-stampa, indirizzato agli operatori sui mercati: cito da Wall Street Italia.

"Ci impegniamo a prendere tutte le misure necessarie per preservare la stabilità del sistema bancario e dei mercati finanziari", si legge nel comunicato del G20, emesso dopo il meeting nella quale si è discusso sulla crisi del debito in Europa. L’impegno è quello di garantire "risposte forti e coordinate a livello internazionale per fare fronte alle nuove sfide dello scenario economico globale".

La parte che ho evidenziato in grassetto è quella più intrigante: può essere che sia la solita dichiarazione di buoni propositi (che, visti i tempi sarebbe non solo ridicola, ma anche irresponsabile), ma io voglio credere - forse illudendomi e sopravvalutando chi ci guida - che siano i segnali per qualcosa di concreto.

E' da tempo che credo che banchieri centrali e governi stiano aspettando il momento giusto per intervenire in maniera inusitata (e concertata), nell'estremo tentativo di fermare o rallentare il collasso finanziario, dove per "inusitata" io intendo un programma coordinato di acquisti a tutto campo da parte delle Banche centrali: questo programma prenderebbe abbastanza di sorpresa la popolazione e gli operatori, inducendoli a ritenere che si voglia monetizzare il debito (cioé fare inflazione), aumentando le aspettative di inflazione ed innescando consumi "preventivi" (cioé finalizzati a fare scorta finché c'è lo stesso potere d'acquisto), che a loro volta aumenterebbero la velocità di circolazione della moneta e quindi porterebbero vera inflazione. E con essa la riduzione del valore reale dei debiti.

Chiaramente sarebbe un massacro, ma non è che l'alternativa - il fallimento a catena - porterebbe a scenari molto migliori: rectius, il fallimento a catena sarebbe il rimedio giusto di lungo periodo (perché sgombrerebbe il campo e farebbe uscire dalla scena i tanti zombies tenuti in vita artificialmente), ma ci farebbe passare qualche anno tremendo; l'inflazione violenta ci farebbe stare male nel breve (ma non quanto il fallimento), mentre nel lungo si potrebbe approfittare del tempo guadagnato, per "smontare" le mille bombe ad orologeria che abbiamo sotto i nostri pavimenti.

Al di là della teoria, il mio pensiero deriva anche da tre premesse/constatazioni:
  1. senza interventi di portata straordinaria, la pista tracciata conduce al default (degli Stati, delle banche e, a catena di imprese e famiglie);
  2. esiste la capacità/volontà di effettuare interventi straordinari; 
  3. governanti e banchieri centrali vogliono evitare a tutti i costi lo scenario 1.
Ma forse io dò troppo per scontato il punto 3, come ad esempio fa notare Rebuffo su Rischio Calcolato.

Il punto qui è che il debito pubblico e privato degli Stati Uniti d’America non può essere restituito se non al prezzo di azzerare il valore del dollaro sui mercati internazionali, un ipotesi inaccettabile che distruggerebbe l’America come superpotenza mondiale. E allora, la logica ci impone di affermare che se il debito non può essere pagato allora NON LO SARA’ (lapalisse?). Ne consegue che gli USA dovranno affrontare una qualche forma di default e trascineranno in un orgia di insolvenza tutto il sitema finanziario globale.

Ben Bernanke, per 2 anni ha preparato il sistema finanziario americano a questo evento creditizio, il dollaro si è svalutato ma non al livello di rendere inaccessibili le materie prime agli americani.

Rileggiamo le parole di Richard Fisher, il presidente della FED di Dallas e componente del board del FED degli Stati Uniti, del 7 Giugno scorso:

FED’S FISHER SAYS DON’T NEED MORE LIQUIIDITY: “THE GAS TANKS ARE FULL”-CNBC -

I SERBATOI SONO PIENI!!!!

Sono tempi interessanti quelli che ci aspettano. Ad ogni modo si vedrà presto se questa Ipotesi Oblicqua ha qualche fondamento. Martedì 9 alle 20.15 (italiane) si riunirà il FOMC (Fed Open Market Comitee) della Fed. Ovviamente l’attesa sarà tutta per capire se verrà annunciato o meno un nuovo round di monetizzazione del debito federale americano. (e basta con questa sigla “QE3″,manco fosse un sequel, cominciamo a dare un nome comprensibile alle cose).

Scommetto i miei 2 centesimi che non ci sarà alcun QE e che questa volta il FOMC non sarà troppo rassicurante. E comincerà la fase dell’insolvenza.

La cosa interessante è che, sull'esito della riunione della Federal Reserve, ci ha preso in pieno e quindi ciò che scrive potrebbe essere seriamente un'opzione sul tavolo.

Onestamente (pensando al mio futuro personale), mi augurerei di avere ragione io, però bisogna anche prepararsi al peggio, comportandosi di conseguenza: come questo si possa tradurre in termini di investimenti, beh, è una bella gatta da pelare!

Ora vediamo come reagiranno le Borse europee...

Tojo 

Nessun commento:

Posta un commento