sabato 21 maggio 2011

Piano inclinato o fisiologico assestamento? - Prologo

Rieccomi qua: se guardo la data dell'ultimo (nonché primo) post sul nuovo blog, mi viene male... Con me stesso mi ero ripromesso di scrivere una volta alla settimana, ma per adesso il fallimento, in questo senso, è epico!

Ma, bando alle recriminazioni e largo ai fatti!

Prima di passare alla parte più "seria" dell'articolo odierno, una piccola comunicazione di servizio: l'aspetto estetico, la disposizione delle sezioni e finanche le descrizioni testuali sono e saranno oggetto di periodico cambiamento, in attesa di trovare un assetto che mi soddisfi, se non completamente, almeno al 90%.
Per come vedo io le cose, la parte più importante di un blog dovrebbe essere ciò che vi è scritto, tuttavia il successo è anche determinato (purtroppo) dall'estetica, ed anch'io devo concederle un po' di spazio.

  
Venendo a noi (o, più probabilmente, a me, perché dubito ci sia molta gente a leggermi), ciò che ha interrotto il mio "blocco del blogger" quest'oggi è la notizia che le cc.dd. "primavere arabe" sembrano stiano provando a contagiare l'Europa: la Grecia è da tempo che è in subbuglio, la Spagna sembra si stia unendo alle proteste ed addirittura nella gattopardesca Italia qualche mosca bianca pare si sia fatto tentare dal movimento protestatario.

Appena ho letto queste notizie (per altro, nel caso italiano, pesantemente "pompate" da bloggers ed apprendisti demagoghi di vario genere), la prima sensazione che l'istinto ha suggerito al mio cervello è stata "velleitari!"
La giustificazione estesa di questo aggettivo a metà tra il cinico e lo sprezzante è la mia personale convinzione che, per dirla con una battuta, le rivoluzioni non si fanno per la marmellata, ma per il pane.

Da questa primissima (e forse un po' ottusa) considerazione sono partite nella mia testa una raffica di altre riflessioni, che mi hanno spinto anche ad aprire il mio quadernetto-ripostiglio (dove segno gli articoli che mi piacerebbe trattare in futuro sul blog), trovando un appunto su un dilemma che personalmente trovo inquietante e gravido di conseguenze: la nostra decadenza - perché siamo (noi italiani ed in genere noi "occidentali") in decadenza, questo credo l'abbiano capito tutti - è un fenomeno reversibile oppure no?
Sempre per dirla con una battuta (storica), siamo nell'equivalente che fu, per Roma, l'epoca delle guerre civili e della crisi della Respublica, che preparò l'avvento dell'Imperium (e quindi di una nuova fase di grandezza) oppure nel Tardo Impero? Di fronte a noi ci sono Silla, Cesare ed Augusto o Diocleziano, Costantino e Romolo Augustolo?

Voi direte "che c'entra con le proteste di piazza europee?" Fidatevi, c'entra...

La fortissima sensazione che ho io è che esista una sostanziale, seppur poco evidenziata, differenza tra quanto è accaduto (e sta accadendo) nei Paesi arabi - dove, tra l'altro, avrei molto da dire circa la "spontaneità" della catena di rivolte - e quanto sembra stia cominciando ad avvenire nel Vecchio Continente.

La differenza sta nella base rivendicativa delle sommosse e delle manifestazioni: se, ad esempio per Egitto, Tunisia e Siria (la Libia è un'altra storia ancora), la gente (specialmente i giovani) è scesa nelle piazze perché desidera il benessere, ha "fame" di successo e di ricchezza, in Europa ogni manifestazione (per quanto grande e dirompente) trasuda la disperazione di chi, fino a ieri, pensava di avere la fortuna garantita ed invece scopre che non è (più) così.
In breve, a Tunisi si respira la rabbia propositiva di chi sente il momento di fare il grande passo e vuole tagliare il cordone ombelicale con il paternalismo assistenziale dei vari Rais.
A Madrid, invece, si annusa la paura del bambino (le nuove generazioni) cui sono morti prematuramente mamma (stabilità economica) e papà (Welfare State e tutte le certezze granitiche che sembrava dare) e che ora grida disperato in strada, rivendicando che il patrigno zoppo (lo Stato con il suo fardello di debito, eredità del "papà/Welfare") lo adotti e lo metta al sicuro
  
So che possono sembrare pensieri frammentari e con una connessione labile, ma tenete conto che ho praticamente scritto "di getto", comunque è chiaro che tornerò sull'argomento "decadenza sì/no", magari la prossima settimana.

Nel frattempo, vi chiedo: voi vi sentite più "contemporanei" a Silla/Cesare/Augusto oppure a Diocleziano/Costantino/Romolo Augustolo? ;-)


Tojo