mercoledì 11 gennaio 2012

Le aspettative di inflazione degli italiani nel mese di Dicembre 2011

Come molti sapranno, è possibile ricevere gratuitamente la mailing list della Banca d'Italia, nella quale sono riportate molte informazioni interessanti, tra cui gli esiti delle periodiche ricerche che l'efficiente Centro Studi di Via Nazionale mette a punto mensilmente.

Oggi ho deciso di condividere con i quei pochi lettori del blog i risultati (sotto forma di tabelle, che quindi sono di immediata e facile lettura) dell'indagine di Dicembre, in merito alle aspettative sui prezzi futuri: un dato fondamentale per capire, da un lato, la fiducia che abbiamo noi consumatori, dall'altro per comprendere come la pensano gli operatori economici (le cui previsioni sull'inflazione ipotizzata influenzeranno inevitabilmente anche l'inflazione effettiva, che sentiremo nei mesi a venire).

Cominciamo con le attese sui prezzi al consumo (quelli per fare la spesa, si intende).



Il secondo grafico mette a confronto le aspettative d'inflazione sui beni di consumo con il tasso inflazionistico effettivamente realizzato.




Il terzo grafico è interessantissimo, perché mostra il grado di "abilità previsionale" degli imprenditori, rispetto all'andamento futuro dei prezzi: mette a confronto il budget di prezzo delle aziende con gli incrementi che le condizioni di mercato hanno consentito effettivamente di fare.


Salto il quarto grafico e passo direttamente al quinto (ed ultimo che pubblicherò su questo blog), che mostra quanto è "omogeneo" il campione di risposte e qual è il peso delle varie risposte, che determina poi la media che appare nelle immagini precedenti.




I dati si commentano abbastanza da soli: consumatori ed imprenditori si aspettano quella che, in gergo economico, è chiamata cost inflation, ovvero quell'aumento dei prezzi determinato non da un eccesso di domanda di beni, bensì dalla necessità, da parte del mondo produttivo, di "scaricare" sugli acquirenti finali - noi tutti - sia crescenti costi di produzione (soprattutto per energia e materie prime, a loro volta alimentate da paura e speculazione), sia tutta la serie di aumenti tributari scattati in questi mesi.


Spero che questo post puramente divulgativo (ma con poco valore aggiunto da parte mia) possa aiutare a comprendere meglio il funzionamento della psicologia del mercato, che poi è fatto da ognuno di noi esseri pensanti. ;-)


Tojo

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