giovedì 3 novembre 2011

Un'idea concreta ed alternativa alla minaccia della TASSA PATRIMONIALE

E' parecchio che non scrivo sul blog, e me ne scuso: prima piccoli problemi di salute, poi settimane intensissime, fatte di uno o più colloqui ogni giorno, mi hanno davvero prosciugato le energie, dandomi anche poco tempo proprio per stare aggiornato sull'attualità economica e politica.

Ritorno oggi perché il tema è davvero di quelli che non si possono tacere, ovvero il ritorno del "fantasma" della tassa sui patrimoni degli italiani: retorico dire che non condivido assolutamente e che credo sarebbe solo l'ultimo tentativo di "comprare tempo", sperando che "miracolosamente" i problemi dell'Italia si risolvano da soli.

Tuttavia, è pur vero che non si può soltanto dire "sono contrario a X, Y e Z", perché è innegabile che ci sia un'emergenza, che va tamponata in qualche modo: il tempo delle soluzioni "a costo zero" sono finite da tempo (e la colpa è ovviamente della classe politica e di tutti quanti, tra noi cittadini, vi siamo stati complici), ma si può ancora scegliere "di che morte morire". Evviva! :-)

Ecco quindi che voglio condividere con quei (pochi o tanti) che mi leggono la seguente idea sostitutiva alla Patrimoniale: un PRESTITO VINCOLATO "DI SALVEZZA NAZIONALE".

Premesso che lo Stato italiano ha bisogno ora di denaro, il problema n°1 è sempre: ma che uso sarà fatto dei nostri soldi? Andranno a diminuire il debito pubblico oppure si perderanno in mille rivoli?
Ma soprattutto, perché dovrei dare ancora dei soldi ad un Paese che mi ha sempre trattato a pesci in faccia?
Insomma, emerge in tutta prepotenza la necessità di avere garanzie!
Da qui l'idea.

Invece di una nuova odiosa imposta, lo Stato italiano chieda un prestito ai suoi cittadini, anche se un po' diverso dalle tradizionali emissioni di BOT, CCT, CTZ e BTP: offra sostanzialmente un "contratto" a noi cittadini, dove noi offriamo denaro fresco dai nostri risparmi, ma a patto (e qui sta la chiave) di avere finalmente GARANZIE sia sulla destinazione del montante, sia sui termini di restituzione del prestito.

L'ipotesi di lavoro potrebbe essere l'emissione di obbligazioni zero coupon (ovvero senza cedola, sgravando così le Finanze Pubbliche da un ulteriore onere finanziario), che abbiano un vincolo di destinazione (ad esempio l'abbattimento della quota-capitale del debito pubblico italiano) e che prevedano un regime opzionale di rimborso: o denaro contante (quindi come un BOT) oppure la cessione di una quota di beni reali dello Stato (ad esempio immobili e terreni pubblici).
Per facilitare il tutto, si potrebbero creare uno o più fondi chiusi, conferendovi per l'appunto i beni reali dati in garanzia, le cui quote dovrebbero essere pari al numero di cittadini aderenti al programma: nel caso lo Stato non possa o voglia ripagare in contanti, noi creditori potremmo rifarci ottenendo quindi la nostra quota di fondi, per la cui circolazione si potrebbe tranquillamente prevedere una quotazione in Borsa.

Io l'ho chiamato PRESTITO NAZIONALE "DI SALVEZZA NAZIONALE" e ne ho tratteggiato caratteristiche basilari e forse semplicistiche, però credo che sia un'ipotesi di lavoro non proprio campata in aria: ma soprattutto vorrei che si cominciasse a ragionare in termini costruttivi sulle reali alternative che possiamo avere ad un'altra valanga di tasse e balzelli.

Tojo

Nessun commento:

Posta un commento